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domenica 11 aprile 2010

Cellulari e tumore al cervello:ecco i danni da radiazioni elettromagnetiche


Cos'è il tumore al cervello?

Il sistema nervoso centrale è costituito da due parti: l’encefalo e il midollo spinale.
Insieme controllano tanto i movimenti e le azioni volontarie come camminare, parlare eccetera, quanto le funzioni involontarie, quali la respirazione, la digestione e così via. Il sistema nervoso centrale, inoltre, è alla base delle funzioni sensoriali (la vista, l’olfatto, il tatto, l’udito e il gusto) come pure delle emozioni, dei ricordi e di tutte le attività superiori quali la memoria e l’apprendimento.

L’encefalo è un organo spugnoso e soffice, suddiviso in tre parti: il cervello, il cervelletto e il midollo allungato.

Il cervello è la parte più voluminosa, divisa in due porzioni simmetriche chiamate emisferi (destro e sinistro), che controllano ciascuna le funzioni della metà opposta del corpo. Ogni emisfero è organizzato in quattro lobi: il frontale, il parietale, l’occipitale e il temporale, adibiti a compiti specifici. Vi sono, poi, delle strutture profonde come l’ipofisi, l’ipotalamo, l’ippocampo e l’amigdala che controllano diverse funzioni, tra cui quelle emotive.

Il cervelletto è più piccolo dell’encefalo ed è situato sotto di esso e posteriormente. È responsabile dell’equilibrio, della coordinazione, e controlla attività complesse come parlare e camminare.

La terza parte del cervello, detta midollo allungato, collega l’encefalo al midollo spinale e regola molte delle funzioni fondamentali del corpo come la respirazione, il mantenimento della temperatura e della pressione sanguigna.

Il midollo spinale è composto da un insieme di nervi, cellule e fibre nervose che corrono dalla testa fino alla zona lombare all’interno delle vertebre e da lì nelle altre parti del corpo: il suo compito è quello di trasferire gli stimoli al cervello e, in senso inverso, i messaggi del cervello ai vari organi.

Il sistema nervoso è la parte più delicata e importante di tutto l’organismo umano e, per questo, è protetto da una serie di barriere. Tra queste vi sono le meningi, membrane che lo avvolgono per tutta la sua lunghezza e che attutiscono gli urti, insieme a un liquido chiamato liquor, prodotto in una zona cava dell’encefalo suddivisa in quattro ventricoli. Il liquor deve anche rifornire il cervello con le sostanze nutritive provenienti dal sangue e portare via le sostanze di rifiuto.

Un’ulteriore protezione è assicurata dalle strutture ossee presenti lungo tutto il sistema nervoso, dalla scatola cranica alle vertebre.

Forme tumorali possono colpire qualsiasi parte del cervello, del cervelletto o del sistema nervoso e anche le meningi che lo rivestono.

Quanto è diffuso?

I tumori del sistema nervoso centrale sono abbastanza rari e rappresentano circa l’1,3 per cento di tutti i tumori.

Più frequenti sono invece i tumori che si formano all’interno del cervello ma che hanno origine da cellule metastatiche provenienti da altri distretti, come per esempio la mammella, il fegato o il polmone. In questo caso la massa tumorale è composta da cellule che non originano dal sistema nervoso, ma che, data la posizione, interferiscono comunque con il suo funzionamento.

Chi è a rischio?

L’unico legame accertato con fattori di rischio è quello con le radiazioni ad alto dosaggio.
Un altro fattore potrebbe essere l’infezione con diversi virus come quello di Epstein-Barr, anche se mancano prove certe.
Infine, alcuni tipi di neoplasie del sistema nervoso ricorrono nell’ambito di una stessa famiglia: in questi casi è probabile che vi sia una componente genetica ereditaria, anche se non è ancora chiaro quali siano i geni interessati né come le alterazioni si trasmettano e siano poi in grado di causare la malattia.
La malattia ereditaria più frequentemente associata a tumori del sistema nervoso è la neurofibromatosi di tipo 1.

Tipologie

Una degenerazione cancerosa può colpire qualunque parte del sistema nervoso centrale e, per questo, esistono molti tipi di tumore. I dati sottostanti sono ottenuti da uno dei maggiori registri tumori cerebrali, CBTRUS (Central Brain Tumor Registry of United States; http://www.cbtrus.org) e si riferiscono al periodo 1998-2002. Ogni anno 14.8 persone ogni 100.000 sono colpite da un tumore cerebrale, un dato che si riferisce a paesi con economia avanzata.

Gliomi

I più frequenti sono i gliomi, che rappresentano circa il 40 per cento di tutti i tumori cerebrali primitivi. Essi si sviluppano dalle cellule di supporto per il sistema nervoso centrale (cellule gliali) deputate a svolgere importanti funzioni, come per esempio produrre la mielina, la sostanza bianca che riveste i nervi permettendo che l’impulso nervoso si trasmetta.

I gliomi comprendono alcuni sottotipi che spesso prendono il nome dal tipo di cellula colpita.

Astrocitomi diffusi: derivano dagli astrociti, chiamati così perché le cellule sono a forma di stella. Sono i gliomi più diffusi (10 per cento dei tumori intracranici primitivi). L’età media dei soggetti colpiti è di 40-50 anni.

Astrocitomi pilocitici: tumori molto rari, circoscritti e composti da cellule bipolari. A lenta crescita e per questo difficilmente individuabili se non quando diventano molto grandi, colpiscono bambini o persone molto giovani;

Astrocitomi anaplastici: costituiti principalmente da cellule immature – aplasia significa infatti perdita di indifferenziazione delle cellule. Rappresentano circa un quarto di tutti i gliomi e colpiscono principalmente soggetti anziani;

Glioblastomi multiformi: sono il 20.3 per cento di tutti i tumori cerebrali; sono composti da cellule scarsamente differenziate. Sono la forma più maligna degli astrocitomi e colpiscono di solito dopo i 50 anni d’età.

Oligodendrogliomi: derivano da un secondo tipo di cellule gliali, gli oligodednrociti. Rappresentano il 3.7 per cento dei tumori cerebrali. Rispondono solitamente bene alla chemioterapia.

Gliomi misti: sono costituiti da una popolazione mista di cellule gliali (astrociti e oligodendrociti). Sono anche definiti oligoastrocitomi. Sono tumori di grado di II o III grado lenta con una evoluzione molto variabile. Si riscontrano più frequentemente in pazienti di età media.

Ependimomi: si originano nelle cellule ependimali che svolgono funzione di rivestimento dei canali cerebrali dove è conservato il liquor che protegge cervello e midollo spinale. Sono tumori poco comuni – rappresentano infatti solo il 2.3 per cento dei tumori intracranici: di solito si presentano nei bambini (dove la frequenza aumenta fino al 15 per cento) nei primi dieci anni di vita, più raramente in giovani-adulti. Per il 65 per cento si presentano in fossa cranica superiore e in circa il 10 per cento dei casi hanno maggior grado di malignità e si diffondono lungo gli spazi liquorali.

Medulloblastomi
Tumori maligni tra i più frequenti in età infantile o nell’adolescenza, possono colpire anche giovani adulti. Si originano nel cervelletto ma possono diffondersi anche in altre aree dell’encefalo. Iniziano da cellule primitive e poco differenziate, che di norma scompaiono dopo la nascita.

Meningiomi
Originano nelle meningi, ovvero nelle membrane che avvolgono e proteggono il cervello. Rappresentano circa il 30.1per cento delle neoplasie del sistema nervoso centrale: hanno crescita molto lenta solo una parte modesta di essi ha evoluzione atipica o maligna.

Emangioblastomi
Sono tumori rari di solito benigni e a crescita lenta. Si originano nelle cellule dei vasi sanguigni e sono caratterizzati da un’incidenza familiare.

Germinomi
Si originano dalle cellule germinali e nel 24 per cento dei casi diffondono attraverso le vie liquorali. Sono tipici dell’adolescenza e del sesso maschile e rispondono molto bene alla radioterapia.

Neurinomi
Sono tumori benigni che colpiscono soprattutto il nervo acustico e il trigemino. Si originano dalle cellule di Schwann (da cui deriva il nome di schwannoma) che ricoprono le fibre nervose e hanno il compito di sintetizzare la mielina (la guaina protettiva che avvolge ogni cellula nervosa).

Craniofaringiomi
Tumori benigni che derivano da residui embrionali. Fra i tumori primitivi dell’encefalo essi rappresentano lo 0.7 per cento e il 5-13 per cento dei tumori encefalici dei bambini. Più della metà di essi colpiscono soggetti con più di 16 anni.

Linfomi primitivi
Di derivazione linfocitica (cellule bianche del sangue), sono particolarmente maligni e comuni nei soggetti immunodepressi. Rappresentano il 3.1 per cento di tutti i tumori primitivi encefalici; l’incidenza, a causa della diffusione dell’AIDS, sta lentamente aumentando.

Sintomi

Le manifestazioni di un tumore cerebrale dipendono soprattutto dalla sua localizzazione e dalle dimensioni della massa: poiché ogni zona è responsabile di una funzione specifica, infatti, sarà quella stessa funzione a essere più o meno compromessa, con una grande varietà di sintomi. Per esempio, le neoplasie del lobo frontale sono caratterizzate da una grande debolezza e incapacità di muovere una parte del corpo, disturbi dell’umore e confusione.
I tumori del lobo parietale, invece, si manifestano genericamente con convulsioni, paralisi, impossibilità a compiere movimenti complessi come lo scrivere o il tenere in mano un oggetto.
Quelli che partono dal lobo occipitale provocano disturbi visivi fino alla cecità, allucinazioni e convulsioni, mentre le neoplasie che interessano il lobo temporale si manifestano con disturbi dell’equilibrio e del senso dello spazio, incapacità a comprendere e svolgere comandi molto semplici, convulsioni e impossibilità di parlare.
Se il tumore colpisce il cervelletto, il malato ha molte difficoltà a mantenere l’equilibrio e a coordinare i movimenti, soffre di forti cefalee, nausea e vomito.
I tumori dell’ipotalamo provocano disturbi emotivi e della percezione del freddo e del caldo; se il malato è un bambino ritardano la crescita e interferiscono con l’appetito e la nutrizione.

In generale, e con l’eccezione delle malattie del cervelletto, se una neoplasia colpisce una parte del cervello (per esempio la sinistra) il sintomo si manifesta nella parte opposta (la destra): questo è dovuto al fatto che ogni emisfero cerebrale governa la parte controlaterale del corpo.
Infine, via via che il tumore cresce invade i tessuti circostanti, ma nel cervello lo spazio a disposizione è molto ridotto, e si ha presto la formazione di liquido che comprime le parti ossee, generando forti mal di testa che non passano con i farmaci analgesici quali gli antinfiammatori. Il mal di testa intrattabile è quindi uno dei sintomi più comuni, insieme alle crisi epilettiche, dovute all'effetto irritante della massa tumorale.

Prevenzione

Le cause dell’insorgenza di un tumore cerebrale non sono ancora note, e non è pertanto possibile prevenirne la formazione.

Diagnosi

Oltre a un esame neurologico completo, che valuti il deficit cognitivo e motorio, la diagnosi oggi viene fatta tramite gli strumenti di visualizzazione del cervello quali la TAC e la risonanza magnetica.

Evoluzione

Data l’importanza dell’organo colpito e la difficoltà degli interventi chirurgici, i tumori cerebrali maligni sono ancora oggi tra i più difficili da curare. Mentre per tumori benigni frequenti, come i meningiomi, la neurochirurgia può essere risolutiva, per tumori maligni come il glioblastoma multiforme la prognosi rimane decisamente insoddisfacente.

Come si cura

In generale la neurochirurgia, serve a ridurre la pressione che il tumore esercita all’interno del cranio e a diminuire così i sintomi, e potenzia l’effetto della radioterapia e della chemioterapia.
Tra le applicazioni d’interesse vi sono la radioterapia stereotassica, che si serve dell’ausilio di sofisticati strumenti per la visualizzazione e la delimitazione delle aree su cui intervenire e consiste nella somministrazione di raggi ad alta energia direttamente sulla massa da distruggere.
La chemioterapia non dà risultati ottimali, perché il cervello è assai difficile da raggiungere con i farmaci, proprio per la presenza di una naturale barriera agli agenti esterni. Negli ultimi anni, però, la ricerca ha fatto molti passi in avanti in questo settore, aggiungendo nuove molecole come la temozolomide o nuovi assortimenti di farmaci già in uso, con esiti promettenti. Anche forme di immunoterapia, basate sull’uso di anticorpi o cellule del sistema immunitario, sono in studio da pochi anni.

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