I ripetitori di telefonia mobile di Mazara del Vallo

giovedì 22 luglio 2010

Nesso tra tumori ed esposizioni alle antenne di Radio Vaticana



«Lo studio suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini (0-14 anni), e che le strutture di MariTele, in modo limitato e additivo, abbiano plausimibilmente contribuito all'incremento di quel rischio». Queste le conclusioni della perizia epidemiologica di 139 pagine disposta dal gip Zaira Secchi nell'ambito dell'inchiesta avviata per far luce sulle morti per leucemia nella zona di Cesano e La Storta e le onde elettromagnetiche emesse dagli impianti di Radio Vaticana e della Marina Militare. L'accertamento era finalizzato a verificare l'eventuale sussistenza tra i decessi avvenuti tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni del 2000 e le onde elettromagnetiche.
Nell'ambito di questo procedimento sono iscritte sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo sei persone: per quanto riguarda Radio Vaticana sono Roberto Tucci,) e Costantino Pacifici (oltre a Pasquale Borgomeo morto nel 2009); mentre per il centro della Marina gli ufficiali Gino Bizzarri, Vittorio Emanuele Di Cecco e Roberto Emilio Guarini. Gli esponenti dell'emittente della Sante Sede furono coinvolti in un processo per l'accusa di getto pericoloso di cose per il presunto inquinamento generato dalle onde elettromagnetiche prodotte dall'emittente della Santa Sede. Questo si concluse il 14 ottobre del 2009, con la II Corte d'Assise che dichiarò di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Tucci e per morte del reo per quanto concerne Borgomeo. Secondo gli esami svolti dal professor Andrea Micheli e disposti dal gip nel maggio 2005, «per quanto concerne lo studio di mortalità relativo alle strutture di Radio Vaticana, le condizioni di prova richiesta si sono verificate». In particolare sono stati evidenziati «rischi importanti per i bambini che hanno abitato per più tempo della loro vita nella fascia tra i 6 e i 12 chilometri da Radio Vaticana» e anche «nella fascia siano a 6 chilometri da MariTele». Rischio che è risultato «ancora più evidente nel sottogruppo dei casi con età maggiore di un anno di quanto già non fosse nell'intera casistica».
Secondo gli esperti «suggerisce che l'esposizione di lungo periodo (oltre dieci anni) alle antenne di Radio Vaticana sia stata associata ad un eccesso di mortalità per leucemia». «Tutte le analisi condotte - si legge nella perizia - hanno indicato condizioni di eccesso di rischio di morte su valori oscillanti su tutta l'area di studio, fino a 12 chilometri dall'emittente, con eccessi importanti e significativi, con però mancata evidenza di rischio per gli esposti adulti sino a 5 chilometri dall'emittente». In sintesi «lo studio suggerisce che via stata una associazione importante, coerente e significati tra esposizione residenziale all'emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia». In conclusione, per MariTele, rispetto alla popolazione adulta, le condizioni poste per la verifica della pericolosità non si sono verificate, rispetto ai bambini lo studio, per Radio Vaticana e per la stessa installazione della Marina, ha «evidenziato rischi importanti» per i piccoli che hanno abitato «per più tempo della loro vita nella fascia tra 6 e 12 chilometri» dalla stazione della radio pontificia.

"STUPORE" DEL VATICANO «La Radio Vaticana apprende con stupore» i risultati della perizia disposta dal Gip del Tribunale di Roma, sulle emissioni del centro di Santa Maria Galeria, visto che «la perizia non è stata ancora resa pubblica dal Tribunale». È il commento di Padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana, sulle conclusioni della perizia, in base alla quale ci sarebbe «un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini». «La Radio Vaticana - assicura padre Lombardi - presenterà al più presto le proprie considerazioni e le controdeduzioni dei propri consulenti tecnici, il prof. Umberto Veronesi e la dott.ssa Susanna Lagorio».
«È bene ricordare - prosegue in una nota padre Lombardi - che secondo la letteratura scientifica internazionale in materia, non è stata mai dimostrata l'esistenza di un nesso di causalità come quello ipotizzato - a quanto sembra - dalle conclusioni della perizia, che non vanno quindi ritenute assodate». Occorre tuttavia ribadire, conclude, «ancora una volta che la Radio Vaticana ha sempre osservato le indicazioni internazionali sulle emissioni elettromagnetiche e, dal 2001, in seguito ad accordo con le competenti autorità italiane, ha osservato i più restrittivi limiti stabiliti dalla sopravvenuta normativa italiana in materia, in modo tale da rispondere attentamente, come dovuto, ad ogni eventuale preoccupazione della popolazione circostante».

mercoledì 5 maggio 2010

Mazara del Vallo: "La città dalle cento antenne" (Articolo realizzato da noi sul periodico locale "Vivi Mazara")

Carissimi lettori di questo blog,
abbiamo realizzato un articolo sui ripetitori di Mazara sul nuovo numero del periodico locale "Vivi Mazara" che da oggi troverete in tutte le edicole della città. Di seguito potete vedere la prima pagina del giornale e leggere l'intero articolo.


Aumenta il numero di antenne a Mazara. La più grande adiacente all'asilo e alla scuola elementare di Via Poggioreale

"LA CITTÀ DELLE CENTO ANTENNE"

Alcuni la chiamano la città delle mille colonizzazioni, altri la città delle cento chiese. Adesso Mazara è conosciuta anche come la città delle cento antenne. Infatti aumenta sempre più il numero di ripetitori di telefonia mobile e di conseguenza aumentano i tumori e le leucemie, causati dalle loro radiazioni. Attualmente i ripetitori a Mazara sono circa 50 e si trovano tutti nei centri abitati, persino vicino a siti sensibili quali scuole, ospedale, oratori. Ormai queste antenne vengono installate da anni nel nostro territorio e continuano ad essere installate dalle compagnie telefoniche perchè è consentito dalla legge. Infatti è stato il Decreto Legislativo 198/2002, conosciuto come Decreto Gasparri, considerato anche costituzionalmente illegittimo, ad introdurre maggiore libertà nell'installazione dei ripetitori di telefonia mobile in Italia, considerandole importanti quanto le opere di urbanizzazione primaria come strade, fogne, illuminazione pubblica etc... Le antenne si trovano su abitazioni di privati che, mettendo a disposizione delle compagnie telefoniche le proprie abitazioni per installarle, ricevono in cambio un'ingente somma di denaro, ovvero circa 20.000 € annui. Così continua quel meccanismo con cui compagnie telefoniche e cittadini privati si arricchiscono a discapito della salute degli altri. Molti cittadini nel corso degli anni, preoccupati per la propria salute, hanno protestato contro l'installazione delle antenne e alcuni sono riusciti anche a non farle installare più. E dopo le recenti proteste dei cittadini di Via Monte Cervino (dove stava per essere allocata una stazione radio-base) e del quartiere dell'Istituto Sacro Cuore di Gesù, l'amministrazione comunale di concerto con l'ufficio tecnico comunale ha predisposto il nuovo regolamento comunale urbanistico/edilizio relativo alla localizzazione degli impianti di telefonia mobile, già approvato dal Consiglio Comunale, per mettere a tacere le situazioni di malessere di questi cittadini, illudendoli di aver regolamentato una situazione oramai dilagante in città, in cui i privati facevano quasi a gara per accaparrarsi un'antenna sul proprio immobile. Che cosa è cambiato con l'introduzione del nuovo regolamento? Fin ora niente. "Scripta manent, verba volant" avrebbero detto gli antichi latini. Sono state scritte solo delle belle parole. Ma le parole scritte devono essere trasformate in fatti perchè senza i fatti rimarranno solo delle belle parole che non produrranno alcun beneficio per i cittadini Mazaresi. L'art. 10 del suddetto regolamento prevede che le antenne esistenti dovranno essere rimosse e rilocalizzate in siti comunali. Lasciando stare il fatto che ancora non sia stato applicatom questo articolo non è per niente soddisfacente. Infatti l'articolo in sostanza dice che d'ora in poi sarà il comune a fare mercimonio sulla nostra salute togliendo ai privati il business delle antenne. A questo punto allora ci chiediamo: L'amministrazione vuole davvero tutelare la nostra salute o vuole invece rimpinguare le casse del comune con i guadagni che provengono dalle 50 antenne? Comprendiamo inoltre quanto sia oggi necessaria ma non fondamentale la comunicazione digitale, ma una proliferazione inaudita di ripetitori gestita dall'ente pubblico è davvero uno scandalo nello Stato di diritto in cui viviamo. Dove va a finire il famoso art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana che riconosce la salute come fondamentale diritto dell'individuo? Forse viene calpestato da una certa politica che fa come al solito il proprio interesse? Polidoro, protagonista del libro III dell'Eneide, afferma:«A cosa spingi il cuor dell'uomo o maledetta febbre dell'oro?» Ed è proprio quella febbre dell'oro di cui parla Polidoro che ha deturpato la nostra città, che ha danneggiato fisicamente molti nostri concittadini con patologie tumorali e leucemiche, che ha tolto il futuro a molti giovani e che ha trasformato l'inclita urbs da città delle cento chiese a città delle cento antenne.
Leandro Bianco
Salvatore Lanza
Comitato Mazara Senza Antenne
www.antennenograzie.blogspot.com
fonte: Vivi Mazara

martedì 27 aprile 2010

La favola "di li morti di fami arrinisciuti"


C’era una volta in una città felice e serena e in particolare in un quartiere di questa città ,un quartiere ormai dimentico di se stesso come il quartiere Makara tanti di “morti di fami arrinisciuti” che si”sucavanu la sarda” e mangiavano “pani e babbaluci” e cipudda”.Poi…..il salto di qualità :vengono contattati un bel giorno da alcuni lestofanti chiamati gestori della telefonia mobile e “mercenariamente” affittano i terrazzi delle loro case per posizionare le antenne della morte.Ecco che “li morti di fami” “arrinescinu” poiché riceveranno da ora in poi più di 20.000 euro annui.Ecco che cominciano a “fari li splendidi” e a guadagnare sulla nostra salute. Saranno inutili i vari tentativi dei cittadini per impedire tutto ciò.La favola insegna che il dio denaro,tuttora , nello stato di diritto in cui viviamo riesce a mettere in secondo piano i diritti fondamentali dell’ individuo quali il diritto alla vita e quelle alla salute fisica e pscichica

domenica 11 aprile 2010

Cellulari e tumore al cervello:ecco i danni da radiazioni elettromagnetiche


Cos'è il tumore al cervello?

Il sistema nervoso centrale è costituito da due parti: l’encefalo e il midollo spinale.
Insieme controllano tanto i movimenti e le azioni volontarie come camminare, parlare eccetera, quanto le funzioni involontarie, quali la respirazione, la digestione e così via. Il sistema nervoso centrale, inoltre, è alla base delle funzioni sensoriali (la vista, l’olfatto, il tatto, l’udito e il gusto) come pure delle emozioni, dei ricordi e di tutte le attività superiori quali la memoria e l’apprendimento.

L’encefalo è un organo spugnoso e soffice, suddiviso in tre parti: il cervello, il cervelletto e il midollo allungato.

Il cervello è la parte più voluminosa, divisa in due porzioni simmetriche chiamate emisferi (destro e sinistro), che controllano ciascuna le funzioni della metà opposta del corpo. Ogni emisfero è organizzato in quattro lobi: il frontale, il parietale, l’occipitale e il temporale, adibiti a compiti specifici. Vi sono, poi, delle strutture profonde come l’ipofisi, l’ipotalamo, l’ippocampo e l’amigdala che controllano diverse funzioni, tra cui quelle emotive.

Il cervelletto è più piccolo dell’encefalo ed è situato sotto di esso e posteriormente. È responsabile dell’equilibrio, della coordinazione, e controlla attività complesse come parlare e camminare.

La terza parte del cervello, detta midollo allungato, collega l’encefalo al midollo spinale e regola molte delle funzioni fondamentali del corpo come la respirazione, il mantenimento della temperatura e della pressione sanguigna.

Il midollo spinale è composto da un insieme di nervi, cellule e fibre nervose che corrono dalla testa fino alla zona lombare all’interno delle vertebre e da lì nelle altre parti del corpo: il suo compito è quello di trasferire gli stimoli al cervello e, in senso inverso, i messaggi del cervello ai vari organi.

Il sistema nervoso è la parte più delicata e importante di tutto l’organismo umano e, per questo, è protetto da una serie di barriere. Tra queste vi sono le meningi, membrane che lo avvolgono per tutta la sua lunghezza e che attutiscono gli urti, insieme a un liquido chiamato liquor, prodotto in una zona cava dell’encefalo suddivisa in quattro ventricoli. Il liquor deve anche rifornire il cervello con le sostanze nutritive provenienti dal sangue e portare via le sostanze di rifiuto.

Un’ulteriore protezione è assicurata dalle strutture ossee presenti lungo tutto il sistema nervoso, dalla scatola cranica alle vertebre.

Forme tumorali possono colpire qualsiasi parte del cervello, del cervelletto o del sistema nervoso e anche le meningi che lo rivestono.

Quanto è diffuso?

I tumori del sistema nervoso centrale sono abbastanza rari e rappresentano circa l’1,3 per cento di tutti i tumori.

Più frequenti sono invece i tumori che si formano all’interno del cervello ma che hanno origine da cellule metastatiche provenienti da altri distretti, come per esempio la mammella, il fegato o il polmone. In questo caso la massa tumorale è composta da cellule che non originano dal sistema nervoso, ma che, data la posizione, interferiscono comunque con il suo funzionamento.

Chi è a rischio?

L’unico legame accertato con fattori di rischio è quello con le radiazioni ad alto dosaggio.
Un altro fattore potrebbe essere l’infezione con diversi virus come quello di Epstein-Barr, anche se mancano prove certe.
Infine, alcuni tipi di neoplasie del sistema nervoso ricorrono nell’ambito di una stessa famiglia: in questi casi è probabile che vi sia una componente genetica ereditaria, anche se non è ancora chiaro quali siano i geni interessati né come le alterazioni si trasmettano e siano poi in grado di causare la malattia.
La malattia ereditaria più frequentemente associata a tumori del sistema nervoso è la neurofibromatosi di tipo 1.

Tipologie

Una degenerazione cancerosa può colpire qualunque parte del sistema nervoso centrale e, per questo, esistono molti tipi di tumore. I dati sottostanti sono ottenuti da uno dei maggiori registri tumori cerebrali, CBTRUS (Central Brain Tumor Registry of United States; http://www.cbtrus.org) e si riferiscono al periodo 1998-2002. Ogni anno 14.8 persone ogni 100.000 sono colpite da un tumore cerebrale, un dato che si riferisce a paesi con economia avanzata.

Gliomi

I più frequenti sono i gliomi, che rappresentano circa il 40 per cento di tutti i tumori cerebrali primitivi. Essi si sviluppano dalle cellule di supporto per il sistema nervoso centrale (cellule gliali) deputate a svolgere importanti funzioni, come per esempio produrre la mielina, la sostanza bianca che riveste i nervi permettendo che l’impulso nervoso si trasmetta.

I gliomi comprendono alcuni sottotipi che spesso prendono il nome dal tipo di cellula colpita.

Astrocitomi diffusi: derivano dagli astrociti, chiamati così perché le cellule sono a forma di stella. Sono i gliomi più diffusi (10 per cento dei tumori intracranici primitivi). L’età media dei soggetti colpiti è di 40-50 anni.

Astrocitomi pilocitici: tumori molto rari, circoscritti e composti da cellule bipolari. A lenta crescita e per questo difficilmente individuabili se non quando diventano molto grandi, colpiscono bambini o persone molto giovani;

Astrocitomi anaplastici: costituiti principalmente da cellule immature – aplasia significa infatti perdita di indifferenziazione delle cellule. Rappresentano circa un quarto di tutti i gliomi e colpiscono principalmente soggetti anziani;

Glioblastomi multiformi: sono il 20.3 per cento di tutti i tumori cerebrali; sono composti da cellule scarsamente differenziate. Sono la forma più maligna degli astrocitomi e colpiscono di solito dopo i 50 anni d’età.

Oligodendrogliomi: derivano da un secondo tipo di cellule gliali, gli oligodednrociti. Rappresentano il 3.7 per cento dei tumori cerebrali. Rispondono solitamente bene alla chemioterapia.

Gliomi misti: sono costituiti da una popolazione mista di cellule gliali (astrociti e oligodendrociti). Sono anche definiti oligoastrocitomi. Sono tumori di grado di II o III grado lenta con una evoluzione molto variabile. Si riscontrano più frequentemente in pazienti di età media.

Ependimomi: si originano nelle cellule ependimali che svolgono funzione di rivestimento dei canali cerebrali dove è conservato il liquor che protegge cervello e midollo spinale. Sono tumori poco comuni – rappresentano infatti solo il 2.3 per cento dei tumori intracranici: di solito si presentano nei bambini (dove la frequenza aumenta fino al 15 per cento) nei primi dieci anni di vita, più raramente in giovani-adulti. Per il 65 per cento si presentano in fossa cranica superiore e in circa il 10 per cento dei casi hanno maggior grado di malignità e si diffondono lungo gli spazi liquorali.

Medulloblastomi
Tumori maligni tra i più frequenti in età infantile o nell’adolescenza, possono colpire anche giovani adulti. Si originano nel cervelletto ma possono diffondersi anche in altre aree dell’encefalo. Iniziano da cellule primitive e poco differenziate, che di norma scompaiono dopo la nascita.

Meningiomi
Originano nelle meningi, ovvero nelle membrane che avvolgono e proteggono il cervello. Rappresentano circa il 30.1per cento delle neoplasie del sistema nervoso centrale: hanno crescita molto lenta solo una parte modesta di essi ha evoluzione atipica o maligna.

Emangioblastomi
Sono tumori rari di solito benigni e a crescita lenta. Si originano nelle cellule dei vasi sanguigni e sono caratterizzati da un’incidenza familiare.

Germinomi
Si originano dalle cellule germinali e nel 24 per cento dei casi diffondono attraverso le vie liquorali. Sono tipici dell’adolescenza e del sesso maschile e rispondono molto bene alla radioterapia.

Neurinomi
Sono tumori benigni che colpiscono soprattutto il nervo acustico e il trigemino. Si originano dalle cellule di Schwann (da cui deriva il nome di schwannoma) che ricoprono le fibre nervose e hanno il compito di sintetizzare la mielina (la guaina protettiva che avvolge ogni cellula nervosa).

Craniofaringiomi
Tumori benigni che derivano da residui embrionali. Fra i tumori primitivi dell’encefalo essi rappresentano lo 0.7 per cento e il 5-13 per cento dei tumori encefalici dei bambini. Più della metà di essi colpiscono soggetti con più di 16 anni.

Linfomi primitivi
Di derivazione linfocitica (cellule bianche del sangue), sono particolarmente maligni e comuni nei soggetti immunodepressi. Rappresentano il 3.1 per cento di tutti i tumori primitivi encefalici; l’incidenza, a causa della diffusione dell’AIDS, sta lentamente aumentando.

Sintomi

Le manifestazioni di un tumore cerebrale dipendono soprattutto dalla sua localizzazione e dalle dimensioni della massa: poiché ogni zona è responsabile di una funzione specifica, infatti, sarà quella stessa funzione a essere più o meno compromessa, con una grande varietà di sintomi. Per esempio, le neoplasie del lobo frontale sono caratterizzate da una grande debolezza e incapacità di muovere una parte del corpo, disturbi dell’umore e confusione.
I tumori del lobo parietale, invece, si manifestano genericamente con convulsioni, paralisi, impossibilità a compiere movimenti complessi come lo scrivere o il tenere in mano un oggetto.
Quelli che partono dal lobo occipitale provocano disturbi visivi fino alla cecità, allucinazioni e convulsioni, mentre le neoplasie che interessano il lobo temporale si manifestano con disturbi dell’equilibrio e del senso dello spazio, incapacità a comprendere e svolgere comandi molto semplici, convulsioni e impossibilità di parlare.
Se il tumore colpisce il cervelletto, il malato ha molte difficoltà a mantenere l’equilibrio e a coordinare i movimenti, soffre di forti cefalee, nausea e vomito.
I tumori dell’ipotalamo provocano disturbi emotivi e della percezione del freddo e del caldo; se il malato è un bambino ritardano la crescita e interferiscono con l’appetito e la nutrizione.

In generale, e con l’eccezione delle malattie del cervelletto, se una neoplasia colpisce una parte del cervello (per esempio la sinistra) il sintomo si manifesta nella parte opposta (la destra): questo è dovuto al fatto che ogni emisfero cerebrale governa la parte controlaterale del corpo.
Infine, via via che il tumore cresce invade i tessuti circostanti, ma nel cervello lo spazio a disposizione è molto ridotto, e si ha presto la formazione di liquido che comprime le parti ossee, generando forti mal di testa che non passano con i farmaci analgesici quali gli antinfiammatori. Il mal di testa intrattabile è quindi uno dei sintomi più comuni, insieme alle crisi epilettiche, dovute all'effetto irritante della massa tumorale.

Prevenzione

Le cause dell’insorgenza di un tumore cerebrale non sono ancora note, e non è pertanto possibile prevenirne la formazione.

Diagnosi

Oltre a un esame neurologico completo, che valuti il deficit cognitivo e motorio, la diagnosi oggi viene fatta tramite gli strumenti di visualizzazione del cervello quali la TAC e la risonanza magnetica.

Evoluzione

Data l’importanza dell’organo colpito e la difficoltà degli interventi chirurgici, i tumori cerebrali maligni sono ancora oggi tra i più difficili da curare. Mentre per tumori benigni frequenti, come i meningiomi, la neurochirurgia può essere risolutiva, per tumori maligni come il glioblastoma multiforme la prognosi rimane decisamente insoddisfacente.

Come si cura

In generale la neurochirurgia, serve a ridurre la pressione che il tumore esercita all’interno del cranio e a diminuire così i sintomi, e potenzia l’effetto della radioterapia e della chemioterapia.
Tra le applicazioni d’interesse vi sono la radioterapia stereotassica, che si serve dell’ausilio di sofisticati strumenti per la visualizzazione e la delimitazione delle aree su cui intervenire e consiste nella somministrazione di raggi ad alta energia direttamente sulla massa da distruggere.
La chemioterapia non dà risultati ottimali, perché il cervello è assai difficile da raggiungere con i farmaci, proprio per la presenza di una naturale barriera agli agenti esterni. Negli ultimi anni, però, la ricerca ha fatto molti passi in avanti in questo settore, aggiungendo nuove molecole come la temozolomide o nuovi assortimenti di farmaci già in uso, con esiti promettenti. Anche forme di immunoterapia, basate sull’uso di anticorpi o cellule del sistema immunitario, sono in studio da pochi anni.

sabato 10 aprile 2010

Un sorriso ai bambini affetti da patologie oncoematologiche


Un sorriso non costa niente e produce molto arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perché è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perché nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.

venerdì 9 aprile 2010

Ecco i danni provocati dalle onde elettromagnetiche sulla nostra salute


Gli effetti che tali radiazioni possono provocare sugli organismi si distinguono in:
1) effetti termici o a breve termine
2) effetti non termici o cronici.

Per effetto termico si intende il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni. La gravità di questo tipo di effetto, va ricercata nel fatto che questo riscaldamento avviene internamente al corpo e non viene percepito dagli organi sensoriali: per l’organismo non è così possibile attivare meccanismi di compensazione. Gli organi con scarsa circolazione sanguigna (che favorisce la dispersione del calore prodotto) e bassa conducibilità termica (fattore negativo ai fini di una efficace dispersione del calore) sono i più colpiti (testicoli, cornea, ecc.).
Che le radiazioni elettromagnetiche influenzino i nostri ritmi fisiologici lo dimostra la ghiandola pineale, situata nella parte posteriore del cervello. Questa minuscola ghiandola a forma di pigna (da cui il nome) secerne melatonina, un ormone che regola, oltre l’umore, il sistema endocrino e riproduttivo. La produzione di melatonina è massima durante la notte e scende al minimo durante il giorno, poiché la luce inibisce il funzionamento della ghiandola. La melatonina, secondo gli studi fatti, sembra essere in grado di proteggere l’organismo da alcune forme di tumore. La sua riduzione in soggetti esposti in modo prolungato spiegherebbe, oltre la promozione di tumori, i vari disturbi riproduttivi e neurologici segnalati da alcune ricerche epidemiologiche.
Negli ultimi anni l’attenzione dei biologi di base si è andata via via spostando dalle mutazioni genetiche ad altri possibili meccanismi responsabili della crescita tumorale. Il prof. Ross Adey, biofisico, che fa ricerca sui campi elettromagnetici sin dalla fine degli anni ’50 ed ha avuto la possibilità di studiare gli effetti di radar e microonde sui militari, afferma: "Gli studi di laboratorio hanno identificato nelle membrane cellulari la parte dei tessuti che, con tutta probabilità, per prima subisce le interazioni con i campi elettromagnetici a bassa frequenza e i campi modulati a radiofrequenza/microonde. Studi epidemiologici hanno attirato l’attenzione verso i Campi elettromagnetici e i campi modulati a radiofrequenza come possibili fattori di rischio per leucemie, linfomi, tumori al seno, melanomi epiteliali, tumori al cervello".
Nel mondo anglosassone si stanno adottando misure cautelative per i bambini, a fronte di una evidenza scientifica riferita a rischi per la salute derivati da esposizione continuata e inconsapevole a microonde, anche a bassa intensità.
Misure cautelative e restrittive, con specifico riferimento alle strutture scolastiche o comunque destinate a bambini e ragazzi, sono attuate in Nuova Zelanda, in Svezia, in Canada, in Australia e negli Stati Uniti.
In molti paesi, si moltiplicano le proteste da parte di gruppi di cittadini e associazioni, movimenti ambientalisti e gruppi di tecnici (medici, fisici, biofisici, oncologi.).
Conferme sugli effetti tumorali dei campi magnetici provengono dall’autorevole Karolinska Institut di Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del premio Nobel) e da altre istituzioni scandinave: i risultati dei loro studi epidemiologici indicano un aumento del rischio per esposizioni prolungate a campi magnetici con intensità superiori a 0,2 microTesla.
In Italia, ricercatori come il dott. Franco Merlo (Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro), il Prof. Giuseppe Masera (coordinatore di numerose ricerche internazionali sui tumori infantili) e il Prof. Cesare Maltoni (Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali, presidente onorario della Società italiana tumori e segretario generale del Collegium Ramazzini) hanno evidenziato da anni il nesso tra l’esposizione a campi elettromagnetici (CEM) a bassa frequenza (a cui nessuno di noi sfugge) e l’insorgenza di leucemie in popolazioni di età pediatrica (0-14 anni): bambini a lungo esposti a valori di CEM 50-60 Hz superiori a 0,2 microTesla – come quelli prodotti dagli elettrodotti ad alta tensione – hanno una probabilità doppia di sviluppare una leucemia rispetto a bambini esposti a livelli inferiori. I dati scientifici disponibili, giustificano seri sospetti sulla possibilità che i CEM determinino danni biologici, favorendo la carcinogenesi. I motivi di preoccupazione sono tanto più fondati se riferiti ad un organismo in fase di crescita. Per tali motivi è doveroso cercare di limitare il più possibile l’esposizione dei bambini e in ogni caso, va chiarito che le conoscenze oncologiche indicano che non esistono livelli di salvaguardia assoluta, cioè dosi, anche se basse, tali da essere ritenute assolutamente innocue.

Effetti termici o a breve termine

per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 10 milliwatt/cm2:
* variazioni della permeabilità cellulare
* variazione del metabolismo
* variazioni delle funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, del sistema nervoso centrale e del comportamento.
per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 50 milliwatt/cm2:
* possibili lesioni cerebrali
* influenza sulla crescita cellulare
* malformazioni fetali
* ustioni interne
* cataratta
* morte per infarto.
Effetti non termici o cronici per intensità inferiore a quella che determina gli effetti termici
* variazione del numero dei linfociti e granulociti (esperimenti su cellule)
* variazioni del livello di anticorpi e delle attività dei macrofagi (esperimenti su animali)
* tachicardia
* dolore agli occhi
* vertigini
* depressione
* limitazione della capacità di apprendimento
* perdita di memoria
* caduta di capelli
nei paesi dell’Est europeo studi hanno evidenziato anche:
* sterilità
* aumento aborti
* abbassamento della fertilità

Secondo l’Agenzia per l’Ambiente degli USA (EPA), su otto studi epidemiologici cinque hanno evidenziato rischi statisticamente significativi associati a:
* neoplasie linfatiche ed emopoietiche
* cancri totali in abitanti (Hawai) in stretta prossimità a torri a radiofrequenze (RF)
* cancro del sistema emopoietico (leucemia, linfoma e linfosarcoma, melanoma e esposizione a radiazione RF) in ufficiali e militari polacchi

Le leggi ed i controlli
L’inadeguata normativa in vigore per gli elettrodotti (D.P.C.M. del 23.4. e D.P.C.M. 28.9.95) indica dei limiti massimi di esposizione in 100 microTesla e distanze da rispettare per i campi elettromagnetici a bassa frequenza di 28, 18 e 10 metri dal filo rispettivamente per elettrodotti da 380, 220 e 132 KV. Questi limiti fanno riferimento a esposizioni di breve durata (effetti a breve termine) e non ad esposizioni prolungate (effetti a lungo termine).
Per i campi elettromagnetici generati da alte frequenze (cellulari) il decreto del Ministero dell’Ambiente n. 381/98 indica i limiti per le radiofrequenze da 100 kHz a 300 GHz.

L’antenna dei telefoni sul tetto solo se tutti i condomini sono d’accordo
* Monza (Milano) 9 marzo 1999 - L’installazione di una antenna sul tetto per la ricezione del segnale dei telefoni cellulari, può avvenire solo se tutti i condomini sono d’accordo. Questo è quanto ha stabilito il giudice del Tribunale civile di Monza, Piero Calabrò, nella causa intentata da due inquilini contro il loro condominio in Via Tevere, 31 a Sesto S. Giovanni.
I due condomini chiedevano che fosse dichiarata nulla la delibera, approvata dall’assemblea a maggioranza semplice il 30 marzo 1998, con cui era stata decisa la locazione alla "Ericsson Telecomunicazioni" del tetto dell’edificio per l’installazione di una stazione radio, con un contratto rinnovabile di nove anni e un compenso di 20 milioni di lire. Il giudice ha dichiarato illegittima la delibera impugnata.
"La richiesta di una maggioranza quantomeno qualificata – ha motivato il giudice – appare ineludibile, atteso l’indubbio carattere innovativo di tale opera sulla cosa comune. E’ nota ed evidenziata dalla stessa giurisprudenza la profonda incertezza, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, che circonda la materia delle conseguenze sulla salute dei cittadini derivanti da vicinanza a stazioni radio a onde o campi elettromagnetici".
La delibera non ha tenuto in alcun conto, inoltre, anche solo al fine di escluderle, le esigenze di tutela della salute e non ha fornito informazioni sulle caratteristiche dell’impianto e la misura della sua possibile nocività"."

La Federconsumatori denuncia TIM per pubblicità ingannevole sugli effetti delle onde elettromagnetiche. L’Antitrust avvia il procedimento
* 17 settembre 1999 – Su denuncia della Federconsumatori l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento sulla pubblicità di TIM relativamente agli effetti dell’elettromagnetismo.
La Federconsumatori ha chiesto all’Autorità di verificare l’ingannevolezza del messaggio pubblicitario della TIM, contenuto in due opuscoli di ampia diffusione, secondo la quale "tutti gli scienziati del Mondo sono concordi nel ritenere che le onde, anche quelle emesse dagli impianti radiomobili non producono effetti dannosi per la salute".

L’Autorità ha chiesto alla TIM di fornire entro 20 giorni:
i testi completi delle fonti scientifiche alle quali si è attinto per la predisposizione dei due opuscoli denunciati, con particolare riferimento alle citazioni riguardanti l’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Istituto Superiore di Sanità ed all’Università di Roma ogni utile informazione su:
* "i risultati e le evidenze anonimamente condivisi dalla comunità scientifica circa gli effetti sull’organismo umano prodotti dall’esposizione (anche di tipo prolungato e reiterato) ai campi elettromagnetici generati da apparecchi ed impianti di telefonia mobile;
* l’esistenza di eventuali studi già realizzati, nonché di verifiche ed approfondimenti in corso dai quali si potrebbe evincere l’opportunità di adottare cautele e raccomandazioni circa l’uso prolungato degli apparecchi radiomobili soprattutto in determinate circostanze e per determinate categorie di persone (bambini, donne in gravidanza, portatori di determinate patologie, utilizzatori di strumenti elettromedicali, ecc.);
* i problemi di interferenza elettromagnetica degli apparecchi di telefonia mobile con strumentazioni e dispositivi elettronici: peacemaker, apparecchi acustici, apparecchi elettromedicali, apparecchi di navigazione, ecc.;
* le informazioni disponibili su eventuali casi di particolari intolleranze e reazioni soggettive derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparecchi e dagli impianti di telefonia radiomobile."

Tratto da Sito dei Verdi Livorno su gentile concessione Mario Madei
Decreto Ministeriale sulle Emissioni Elettromagnatiche

giovedì 8 aprile 2010

Le antenne e..... la ceramica!

Dopo aver chiuso al traffico la via centrale della città, corso Umberto I, e averla arredata con vasi in ceramica e panchine in gesso con la superfice ricoperta di ceramica, il Sindaco di Mazara del Vallo, l'Onorevole Nicola Cristaldi, ha intenzione di arredare le mura della principali vie e piazze del centro storico con pannelli artistici di ceramica, realizzati dal Sindaco stesso con l'aiuto della figlia. Non volendo giudicare il valore artistico di queste opere e non volendo esprimere pareri, positivi o negativi, sulla chiusura di Corso Umberto e sui progetti della nuova amministrazione, ci chiediamo semplicemente se in questo momento è più opportuno realizzare queste opere, che dovrebbero decorare la città, oppure porre attenzione sui problemi della città. Noi pensiamo che per ora bisogna dare priorità ai problemi della città, quali l'inquinamento elettromagnetico causato dai numerosi ripetitori di telefonia mobile, le condizioni disarmanti della spiaggia Tonnarella, l'acqua pubblica ecc.... Ma l'amministrazione sembra non essere interessata a questi problemi poichè fin ora abbiamo visto il suo intervento solo per realizzare opere in ceramica. Pertanto chiediamo al Sindaco di occuparsi prima di cose più importanti e dopo di cose secondarie e vogliamo la sua attenzione e il suo intervento in merito al problema dell'elettrosmog e delle antenne.

LE ANTENNE e..... LA CERAMICA


mercoledì 7 aprile 2010

Totti fa rimuovere un ripetitore vodafone. Anche noi facciamo una provocazione e chiediamo l'aiuto del calciatore.

CIVITA CASTELLANA (Viterbo)

D'ora in poi tutti davanti alla t.v. a tifare Roma e il suo capitano Francesco Totti. E' questo l'omaggio che Civita Castellana, cittadina di oltre 15.000 abitanti in provincia di Viterbo, vuol tributare a Totti per aver convinto la vodafone a prendere in considerazione lo spostamento del ripetitore allestito nel quartiere "Giovanni XXIII", vicino a due scuole frequentate da circa 400 bambini. Negli scorsi giorni sono giunti in municipio i rappresentanti della compagnia per individuare con il sindaco un'ubicazione diversa per l'antenna. Una soluzione che si è concretizzata grazie all'intervento di Totti, al quale gli abitanti del quartiere avevano lanciato un appello affinchè intervenisse sulla Vodafone per convincerla a spostare l'impianto. Poche ore dopo il capitano della Roma aveva risposto all'appello. Per provocazione, pochi giorni dopo, a Fabrica di Roma, i cittadini avevano lanciato un appello a Belen Rodriguez, testimonial, insieme a Cristian De Sica, della Tim, per far rimuove un altro impianto di telefonia, vicino a una scuola. E noi, cittadini di Mazara, città selva di ripetitori, a chi ci dobbiamo rivolgere? Forse dobbiamo appellarci al nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sotto il cui governo venne emanato il Decreto Gasparri? O allo stesso Senatore Gasparri, artefice di qualla maledetta legge che assimila i ripetitori di telefonia mobile ad opere di urbanizzazione primaria?





domenica 4 aprile 2010

Nuovo regolamento relativo alla localizzazione per gli impianti di telefonia mobile


Il nuovo regolamento comunale relativo alla localizzazione per gli impianti di telefonia mobile e di telecomunicazioni radio televisive, nonchè installazione ed adeguamento delle stazioni radio base, deliberato dal consiglio comunale di Mazara del Vallo il 30/11/2009, ha lo scopo di disciplinare la localizzazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile (S.RB.) e per le telecomunicazioni radiotelevisive, comprese quelle per impianti UMTS per la comunicazione globale digitale per telefonia e dati, dettando norme in ordine alla installazione dei nuovi impianti, nonche alla modifica all'adeguamento ad alla razionalizzazione degli impianti esistenti. (Art.1). Al fine di vigilare e controllare l'operato deo soggetti gestori, il Responsabile dell'U.T.C. Settore Urbanistica individua un responsabile del procedimento per le istallazioni delle antenne, che svolge funzione di viglilanza e di controllo avvalendosi del supporto tecnico dell'A.R.P.A. che deve procedere semestralmente alla verifica degli impianti, di concerto con i dati recepiti dal Comune attraverso strumenti propri. (Art.2) La localizzazione degli impianti deve essere definita all'interno di siti idonei, e principalmente su aree esclusivamente di proprietà comunale. In particolare, all'interno del perimetro urbano della città l'istallazione degli impianti di nuova generazione con potenza non superiore a 20 W, dovrà essere collocata alle distanze previste dalla legge in materia di elettromagnetismo dalle aree sensibili esistenti o previsti quale asili, scuole, ospedali, case di cura e di riposo. Dal punto di vista della tutela della salute, oltre al rispetto dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici generati da impianti fissi (6 V/m) e la scelta di siti lontani da luoghi definiti sensibili, occorre gestire anche la materia attraverso il prncipio della cautela, attraverso:
-l'eventuale impiego di impianti o dispositivi che realizzano condizioni di minore esposizione ai campi elettromagnetici (come le microstazioni o microcelle, cioè piccole stazioni radio base a bassissima potenza o le fibre ottiche);
- la valutazione preventiva con l'effettuazione di rilevamenti tecnici comprese le misurazioni simulate o il confronto con situazioni preesistenti (possibilmente posizionando su ogni ripetitore, una sorta di scatola nera, con la funzione di lettore della variazione dei campi elettromagnetici emessi)
- la valutazione d'intesa con le Autorità Sanitarie in relazione all'esistenza di ricettori particolarmente sensibili nella zona, come i portatori di stimolatori cardiaci (pacemaker), o le persone con patologie non compatibili con la vicinanz di ripetitori (patologie tumorali o leucemiche con radioterapia). Il Sindaco a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini può chiedere anche ak settore Igiene Pubblica ed all'A.R.P.A il controllo strumentale e la verifica dei livelli espositivi. (Art. 3) Nei siti sensibili, già citati, entro i mt.50 da essi, non è consentita l'installazione di alcuni impianti di telefonia mobile. (Art.5) I soggetti interessati ad installare e/o mantenere gli impianti esistenti debbono utilizzare le migliori tecnologie disponibili e praticabili per ridurre al livello più basso possibile le l'emissioni elettromagnetiche (es. applicazione di antenne con i lobi secondari di emissioni schermanti. Le stazioni radio base, ivi comprese quelli già esistenti, dovranno essere individuati con targhette in materiale metallico ben visibile, indicante:
-data di installazione dell'impianto;
-generalità del gestore proprietario dell'impianto
-tipo di impianto
-potenza massima emessa;
-frequenze utilizzate.
Il gestore si impegna all'eventuale spostamento dell'impianto e dei relativi supporti strutturali a proprie spese, qualora gli uffici comunalei predisposti individuassero il mancato rispetto delle condizioni sulla base delle quali era stata rilasciata la concessione; si impegna altresì all'attestazione di informazione della realizzazione dell'impianto, ai residenti ed ai lavoratori nella distanza fino a mt.300 dell'impianto, che deve avvenire oltre che nelle forme previste dalla legge anche attraverso gli organi di informazioni locali. (Art. 6) Al fine del controllo nonchè per verificare l'attuazione e la scelta dei siti, è istituito un Osservatorio Comunale Permanente con funzione propositiva e consultiva, composta dai seguenti componenti:
- Sindaco o un suo delegato
- Capo ufficio tecnico o un suo delegato
- Un consigliere di maggioranza
- Un consigliere di minoranza
- Un rappresentante di un'associazione di consumatori. (Art. 9)
Per gli impianti esistenti già installati su aree o fabbricati di privati nell'ambito del centro urbano e nelle vicinanze dei siti sensibili, i gestori dovranno attivarsi al fine di procedere alla loro RIMOZIONE e RILOCALIZZAZIONE in siti comunali nell'ambito del programma di risanamento e razionalizzazione. Il comune, avvalendosi dell'Arpa, provvederà alla verifica periodica della conformità dell'impianto nonchè alle norme di legge in materia nel caso di pluralità di impianti ubicati nel medesimo perimetro urbano previa verifica dell'A.R.P.A di concerto con l'A.S.P di Trapani. (Art.10) Chiunque installi, eserciti o modifichi un impianto in assenza di titolo legittimante, è soggetto al pagamento di una sanzione pecuniaria pari ad €. 5000,00 (Che cosa sono 5000,00 € per un gestore di telefonia come la vodafone, la Tim, la Windi ecc.?) (Art.11)
Dopo l'approvazione del suddetto regolamento ci viene spontaneo chiederci: "Che cosa è stato fatto dall'Amministrazione Comunale?"; In realtà tutte le belle parole di questo regolamento sono disattese perchè la realtà dei fatti è ben diversa: antenne vicino le scuole (Via Poggioreale, Via Salemi, Via Fratelli Romeo, Via Siracusa...), ospedali (Via Salemi) chiese (Via Volturno, Via Arturo Toscanini, Via Siracusa..). Chiediamo pertanto che sia applicato legittimamente il presente regolamento. E' un nostro diritto e vogliamo che venga rispettato.

venerdì 22 gennaio 2010

I ripetitori di telefonia mobile a Mazara del Vallo

Quello delle antenne è un problema che riguarda anche la nostra città. Infatti Mazara conta più di cinquanta ripetitori di telefonia mobile e non a caso è la città con la più alta incidenza di tumori nella provincia di Trapani. Queste antenne si trovano tutte nei centri abitati e persino vicino a scuole ed ospedali (come la mega antenna di Via Poggioreale e l'antenna di Via Salemi). Le compagnie telefoniche da anni istallano queste antenne nel nostro territorio e essendo, come abbiamo detto nei post precedenti, ricetrasmettitori a bassa potenza e quindi rispettando i limiti stabiliti dal decreto Gasparri (il famoso decreto definito anche "salva antenne" che è stato considerato costituzionalmente illegittimo ma su questo ci torneremo dopo), queste continuano ad istallarle. Le antenne si trovano su abitazioni di privati che hanno messo a disposizione delle compagnie telefoniche le proprie abitazioni per istallarle ricevendo in cambio un'ingente somma di denaro. Così continua quel meccanismo con cui compagnie telefoniche e cittadini privati si arriscono a discapito della salute degli altri. Nel corso degli anni gli abitanti delle zone dove sono state istallate queste antenne hanno fatto tante battaglie contro di esse. Alcuni hanno vinto queste battaglie altri no. Tra i primi ricordiamo per esempio i genitori dei bambini della scuola elementare "B.Bonsignore", le maestre e gli abitanti della zona che parecchi anni fa quando una signora decise di istallare un'antenna sulla propria casa, vicinissima alla scuola, si recarono in centinaia al comune per protestare e l'antenna non fu più istallata. Tra i secondi ricordiamo gli abitanti della zona di Via Salemi che nonostante riuscirono a fare interrompere temporaneamente i lavori, l'antenna venne in seguito istallata. Adesso quest'antenna si trova vicino ai bambini della scuola media "L.Pirandello" e agli ammalati dell'ospedale, costretti ad assorbirsi le sue radiazioni. Dopo le recenti proteste degli abitanti di Via Montecervino e dei genitori dei bambini dell'Istituto Sacro Cuore di Gesù, dopo un periodo di indifferenza, adesso si è tornati a porre attenzione su questo problema. Gli abitanti di Via Monte Cervino dopo numerose proteste anche in sede di consigli comunali sono riusciti a far rimuovere l'antenna per essere messa in un sito comunale nella zona di Miragliano e probabilmente verrà rimossa anche l'antenna vicina al Sacro Cuore di Gesù. Ma queste sono solo due delle cinquanta antenne di Mazara. Dobbiamo veramente prendere esempio da questi cittadini che preoccupati per la loro salute si sono opposti all'istallazione di questa macchine della morte e a non essere indifferenti. Inoltre bisogna dire che è stato fatto un passo avanti dalla nuova amministrazione comunale che ha approvato il nuovo regolamento di localizzazione degli impianti di telefonia mobile. Con questo regolamento verranno individuati i siti sensibili nei quali è vietato istallare le antenne e i siti di proprietà del comune nei quali i gestori potranno istallare le antenne. Ma non basta istallare le antenne nei siti comunali poichè rimarranno sempre nei centri abitati. Pertanto occorre ridurre il numero di antenne, istallando poche antenne di potenza maggiore non nei centri abitati ma in periferia.


giovedì 21 gennaio 2010

Ma intanto che cosa possiamo intraprendere?

Quando riteniamo di essere in presenza di possibili situazioni a rischio, o dove si sospettino abuso di ufficio o violazione alle norme di legge in relazione all'impianto di ripetitori o altro, presentare degli esposti ai seguenti Enti: Ministero dell’Ambiente; Ministero della Sanità; ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente; Nucleo Operativo Ecologico (dei Carabinieri); Procura della Repubblica.

Ed ancora più importante sarebbe, il divenire consapevoli che un utilizzo smodato, ed un continuo aggiornamento, alla moda, dei nostri cellulari, non può che indurre le varie Compagnie ad espandersi ed a disseminare ovunque ripetitori.

La normativa in materia

E’ stato il decreto Gasparri, (Decreto Legislativo n. 198 del 4/9/2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 13/9/2002 in vigore dal 14/9/2002), a introdurre norme meno restrittive e maggiore libertà nel posizionamento di ripetitori per la telefonia mobile sul territorio nazionale. La legge governativa volta ad ''accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese'', riconosce le infrastrutture di telecomunicazioni (le antenne) di interesse nazionale, considerandole di importanza pari alle opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, illuminazione pubblica, ecc.). Inoltre, esse sono ritenute compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e quindi possono essere realizzate in ogni parte del territorio comunale (sia in zona residenziale, sia in zona industriale). I Comuni, comunque, possono definire le aree più idonee all'installazione degli impianti e quelle, invece, da escludere per motivi ambientali e paesaggistici.
Una legge, quella voluta dal Ministro per le telecomunicazioni, che fissa in 70 metri la distanza minima dei ripetitori dalle abitazioni e che chiama l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a dare l’ok al posizionamento.
A questo punto, ottenuto il parere favorevole da parte dell’ARPA, le Compagnie Telefoniche hanno man libera in quanto se l’Amministrazione Comunale non autorizza l’installazione, non ottempera alle disposizioni del sopraccitato decreto.
Tutto avviene quindi nel formale rispetto delle norme di legge, ma spesso non ci si preoccupa oltremodo di stabilire criteri atti a tutelare le aree urbanizzate da un eccesso di fonti elettromagnetiche inquinanti, né d’altra parte ad organizzare un controllo dell’effettiva intensità e quantità delle emissioni autorizzate "sulla carta".

Per quanto riguarda la proprietà privata, le Società che gestiscono la telefonia mobile spesso offrono ai privati interessanti somme annue per la concessione, senza troppe limitazioni, all’installazione dei ripetitori. Cifre appetibili, ma assolutamente inadeguate alla diminuizione del valore del fabbricato a causa della presenza del ripetitore stesso.

Che cosa sono i ripetitori di telefonia mobile?

I ripetitori per telefonia mobile sono radio ricetrasmittenti multicanali a differenza dei telefoni cellulari che sono radio ricetrasmittenti monocanale. Quando una persona parla al telefonino, in realtà parla (contemporaneamente ad altri utenti) con un ripetitore; da lì il segnale si trasmette sulle normali linee telefoniche fisse. Dato che si tratta di radio ricetrasmittenti, sia telefonini che ripetitori emettono radiazioni in RF (Radio Frequenza) ed espongono le persone nelle vicinanze a tali radiazioni e poichè entrambi sono di bassa potenzai livelli di esposizione a RF provocati sono generalmente molto bassi. Esistono diversi tipi di ripetitori, che variano in potenza, caratteristiche e possibilità di provocare esposizione a RF.